Violenza sul personale sanitario, le linee di indirizzo della Regione per prevenire e gestire il rischio

Quattro al giorno. Sono – secondo i dati Inail del triennio 2019-2021 – le aggressioni che si verificano contro il personale sanitario e socio-sanitario. L’Organizzazione mondiale della sanità informa che tra l’8 e il 38 percento degli operatori ha subito una forma di violenza fisica nella sua carriera, molte di più le aggressioni verbali. E senza contare le violenze non segnalate per timori o per la convinzione che il rischio faccia parte del mestiere.

Un fenomeno in aumento, lo testimonia anche la stampa, che non riguarda solo la sanità ma in generale la sfiducia verso le istituzioni pubbliche. Un problema sociale e culturale che non può essere risolto se non con un approccio integrato. La Regione Puglia ha per questo approvato nel luglio 2024 delle Linee di indirizzo per la prevenzione delle aggressioni agli operatori sanitari e socio-sanitari, presentate durante il Forum mediterraneo in Sanità, in un incontro cui hanno dato il proprio punto di vista sul tema soggetti a vario titolo coinvolti: dalla Regione (Michele Emiliano, Onofrio Mongelli e Nehludoff Albano) al SiRGISL (Donato Sivo), dalla Procura di Trani (Renato Nitti) alla Facoltà di Medicina (Alessandro Dell’Erba), dalla Scuola di specializzazione di Medicina del lavoro (Luigi Vimercati) alla Federazione e la rappresentanza delle professioni sanitarie (Filippo Anelli, Teresa Calandra, Angelo Butera, Saverio Andreula).

Il problema è complesso e non ha una sola origine: c’è la perdita di autorevolezza delle istituzioni, la carenza di formazione, il logorio e la carenza del personale sanitario, l’inadeguata comunicazione interna. Un fenomeno in aumento che trasforma i medici da eroi a bersagli. La legge 113 del 2020 stabilisce l’inasprimento delle pene (reclusione e sanzioni pecuniarie) per chi commette il reato di violenza al personale sanitario e la Regione ha raccolto quanto stabilito e discusso fino a oggi in una Deliberazione di Giunta: le linee di indirizzo avviano un percorso sistematico, integrato, che tiene conto del contesto. Organizzazione, formazione, comunicazione devono procedere in maniera continuativa, parallela e intensa. I luoghi della salute devono essere accoglienti – come già previsto con le Linee guida regionali Hospitality – e devono essere organizzati in modo da garantire la sicurezza, il personale deve essere formato a comunicare in maniera efficace e a gestire il rischio e la de-escalation.

Una campagna di comunicazione accompagna il percorso, parlando sia al mondo sanitario sia alla popolazione invitando alla misura e alla collaborazione, alla riduzione dello stress che colpisce le persone quando entrano con apprensione in un luogo di cura: Misuriamoci per non alzare la pressione. Sicurezza e sensibilizzazione, sanzioni e accoglienza, formazione e organizzazione degli spazi e del personale, ma anche l’istituzione di un Osservatorio che possa monitorare e garantire l’efficacia di questo percorso. Per coniugare prevenzione e gestione dell’evento.

Pubblicato il 18 settembre 2024