La Rete delle Anatomie Patologiche pugliesi: lavoro di squadra e Digital Patology
“La Rete delle Anatomie Patologiche pugliesi: le ragioni di una scelta lungimirante” è il titolo dell’evento che si è svolto questa mattina nel Padiglione 152 della Fiera del Levante, organizzato dal Dipartimento di Promozione della Salute e coordinato da Nek Albano, dirigente del servizio promozione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
La Rete delle Anatomie Patologiche, istituita nel 2018, rende la Puglia una regione apripista nel territorio nazionale: il progetto mira alla riorganizzazione delle strutture del territorio, alla condivisione delle informazioni in rete e alla digitalizzazione dei servizi, per agevolare il lavoro di collaborazione delle varie professionalità coinvolte e per consentire un facile scambio di dati rilevanti con il resto delle aree diagnostiche e degli ospedali.
Una scelta lungimirante, come sottolineato da Vito Montanaro, direttore del dipartimento, in apertura del dibattito: “La mobilità passiva è un problema di organizzazione. Io medico devo sempre condividere le informazioni con il mio collega. È la Rete, il lavoro di squadra, che dà ai pazienti risposte certe e tempi ridotti”.
Durante l’evento i principali attori della Rete, patologi e clinici insieme, si sono confrontati analizzando i punti di forza e le attuali criticità del sistema, ponendo le basi per l’ideazione e l’attuazione dei futuri progetti di Digital Patology, per un approccio multidisciplinare, confluente in un processo decisionale strategico incentrato sul paziente.
Nel contesto della Sanità Digitale Pugliese e della Telemedicina, fondamentale è poi l’integrazione a più livelli dei sistemi informativi regionali di screening oncologici (SIrS) e anatomia patologica (SIrAP), per un percorso strutturato, integrato e sempre più performante.
Come ribadito da Ettore Attolini, dirigente dell’Area Innovazione sociale, sanitaria e di sistema – CRSS, AReSS Puglia, la Rete delle Anatomie Patologiche pugliesi è dunque un modello vincente perché, grazie alla collaborazione, non solo consente di superare l’autoreferenzialità, ma permette di raggiungere diagnosi sempre più accurate, senza trascurare la non indifferente riduzione dei costi di gestione.
Pubblicato il 19 ottobre 2022