Al Di Venere un nuovo laboratorio di Microbiologia: è tra i più avanzati d'Italia
L’ospedale Di Venere di Bari ha un nuovo laboratorio di Microbiologia, dotato di macchinari di ultima generazione che lo rendono tra i più avanzati di tutta Italia. La nuova strumentazione garantisce tempi di esecuzione più brevi e maggiore sicurezza per gli operatori.
Il fulcro del laboratorio è l’innovativa isola di Batteriologia, capace di processare 180 mila campioni ogni anno, vale a dire 500 al giorno. Per fare un raffronto, in passato nello stesso ospedale venivano gestiti 50 campioni in 24 ore.
Le analisi eseguite sono prevalentemente dedicate a urinocolture, tamponi faringei, tamponi vaginali e indagini su cateteri chirurgici e non. I macchinari sono in grado di selezionare virus e batteri, individuando i farmici per contrastarli, riducendo i tempi di degenza e i costi degli antibiotici.
In passato le operazioni erano svolte manualmente, oggi invece sono tutte automatizzate: il prelievo del campione dalla provetta, la scelta delle piastre di coltura, la semina e l’incubazione, durante la quale viene scattata un’immagine in digitale per la lettura da parte del microbiologo per scoprire eventuali patogeni, vengono effettuati sotto la supervisione degli operatori, che lavorano in piena sicurezza.
L’area di batteriologia, totalmente robotizzata, è stata dotata di un back up strumentale che la rende operativa 24 ore su 24: in caso di guasto di una macchina, infatti, si attiva la procedura “disaster recovery”, che ne fa subentrare una seconda, ripristinando la funzionalità dell’apparecchiatura.
Costi
La riqualificazione degli spazi e l’allestimento del laboratorio ha avuto un costo totale di 4 milioni 180 mila euro. In particolare, l’ammodernamento della struttura è stato finanziato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, per tre milioni e 530 mila euro. L’acquisto dell'apparecchiatura per il laboratorio, invece, è stato finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regione (Fesr) 2014-2020, per 650 mila euro.
I lavori
Tre i piani interessati dai lavori, per una superficie totale di duemila metri quadri. Nel seminterrato ci sono le centrali tecnologiche insieme al deposito, al piano rialzato troverà spazio l’hub di Patologia clinica della Asl, che sarà aperto nelle prossime settimane. I mille metri quadri del primo piano, infine, ospitano l’isola batteriologica automatizzata e i locali per gli operatori sanitari, dagli spogliatoi ai servizi igienici dedicati, passando per sale riunioni e una sala relax.
Come funziona l’isola batteriologica
L’innovativa isola batteriologica è composta da una struttura divisa in due moduli. Il primo è formato da piastre di vetro con terreni di coltura dove vengono posizionati i campioni, a loro volta seminati in automatico attraverso biglie magnetiche che richiamano protocolli standardizzati definiti dai medici del laboratorio.
Il secondo modulo è costituito da tre incubatori, due ad ossigeno e uno a Co2, dove le piastre vengono incubate e monitorizzate continuamente attraverso letture a distanza in camere digitali che catturano le immagini, poi visionate dai dirigenti medici che individuano la presenza o meno di colonie batteriche.
Le fasi successive sono l’identificazione del batterio e l’antibiogramma batterico, che avvengono in soli cinque minuti. Grazie alla rapida identificazione, il personale di laboratorio può comunicare direttamente al reparto l’esito e orientare il prima possibile la terapia antibiotica a cui sottoporre il paziente.
Pubblicato il 02 agosto 2023