Storie di Antimafia in Puglia, un progetto dedicato alla memoria delle vittime innocenti di mafia e alla cultura della legalità
“Questa giornata, qui in Puglia, ha una particolare importanza perché nella strage di Capaci sono morti con Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Vito Schifani anche due cittadini pugliesi, gli agenti della scorta Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Due regioni, la Sicilia e la Puglia, da quel giorno si sono unite in un vincolo indissolubile di dolore e al tempo stesso di speranza”. Così il Presidente della Regione Puglia intervenendo questa mattina alla Giunta straordinaria, aperta alla stampa, per presentare il progetto regionale “Storie di Antimafia in Puglia” dedicato alla memoria delle vittime innocenti di mafia e alla cultura della legalità, nel trentennale della Strage di Capaci.
“Da quel 23 maggio un Paese intero si è riconosciuto dalla parte giusta - ha aggiunto il Presidente - Dopo questo evento tutto ciò che probabilmente abbiamo dimenticato, e cioè quella divisione che aveva reso più difficile la lotta alla mafia, fu riunificato dalla morte di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino. L’Antimafia sociale nasce in Italia proprio da una intuizione di Giovanni Falcone e anche di Paolo. Erano entrambi consapevoli che non era sufficiente fare solo processi per sconfiggere la mafia, ma occorreva altro. Occorreva informare, ragionare e costruire una coscienza collettiva. E noi questo stiamo facendo come Regione, partendo dal ricordo dei due pugliesi che hanno perso la vita nella strage di Capaci, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, che consapevolmente avevano scelto di operare nel reparto scorte. Erano persone legatissime a Falcone, legatissime anche agli obiettivi di giustizia che il giudice perseguiva. Quindi oggi è il trentennale dell’orgoglio e del dolore pugliese nel ricordo di Antonio e di Rocco”.
Erano presenti nella sede della Presidenza della Regione gli assessori regionali al Welfare, allo Sviluppo Economico, alla Sanità, al Turismo, all’Agricoltura e all’Istruzione, la consigliera con delega alla Cultura, il Presidente della Fondazione “Stefano Fumarulo” Angelo Pansini con Maria Luisa Fumarulo e Tilde Montinaro, sorella dell’agente di scorta Antonio Montinaro vittima della strage di Capaci, Gianluca Tommasi e Paolo Greco, sindaci dei comuni di Caprarica e Calimera, i sindaci dei ragazzi dei comuni di Martignano, Calimera e Caprarica e una rappresentanza degli studenti dell’istituto comprensivo statale di Calimera, Caprarica e Martignano accompagnati dalla Dirigente scolastica Piera Ligori.
Il progetto di antimafia sociale promosso dalla Regione Puglia e dalla Fondazione “Stefano Fumarulo”, mira al rafforzamento della lotta non repressiva alla criminalità mafiosa e organizzata e, più in generale, al contrasto della mentalità mafiosa. L’iniziativa intende realizzare una serie di azioni per praticare la memoria come impegno civico, ricordare le vittime innocenti delle mafie anche in chiave pedagogica e formativa delle giovani generazioni, nella convinzione che l’educazione alla legalità debba partire fin da piccoli ed essere uno degli obiettivi di istituzioni, associazioni e cittadini.
“Vogliamo far conoscere – ha spiegato il Presidente della Regione Puglia – a più persone possibili tutte le storie esemplari che incarnano la parola legalità: quelle delle vittime innocenti di mafia che racchiudono una forza unica capace di generare consapevolezza, insieme a quelle di chi , con i propri gesti e il proprio contributo, costituisce un esempio virtuoso nell’arginare la cultura mafiosa”.
Queste storie pugliesi di antimafia saranno raccontate in un contesto aperto e disponibile in ogni momento, grazie all’immediatezza del linguaggio audiovisivo e delle tecnologie attuali, affinché diventino stimolo e simbolo di consapevolezza per la comunità. La Puglia è l’unica regione in Italia che si è voluta dotare di un “Testo unico in materia di legalità, regolarità amministrativa e sicurezza” e di un piano triennale che programmi le attività in questo settore “Piano Triennale di Prevenzione della Criminalità e per il Rafforzamento della Responsabilità Sociale 2019- 2021” e di uno specifico strumento di programmazione in difesa dei migranti e degli sfruttati “Piano Regionale Politiche per le Migrazioni 2021/2023”.
Tale approccio ha permesso in questi anni di individuare, in una materia che ancora oggi è in via di costruzione, un metodo di lavoro condiviso con gli altri partner istituzionali e privati e di mettere a fuoco obiettivi chiari.
Grazie a questo metodo la Regione ha stimolato e sostenuto sul proprio territorio più di 100 iniziative e progetti sui temi dell’antimafia sociale e della lotta al caporalato ed alla tratta dei migranti per circa 49 milioni di euro, cui si aggiungono altri 41 milioni che la Puglia gestisce in iniziative progettuali di cui è capofila per conto di altre regioni del Sud Italia, che ha saputo raccordare sotto l’egida dell’impegno concreto nella lotta al caporalato ed alla tratta dei migranti.
Nella delibera approvata oggi dalla Giunta regionale sono previsti finanziamenti per ulteriori 429mila euro per realizzare l’analisi sociologica del fenomeno mafioso e criminale in Puglia e la sua evoluzione; lo studio e ricerca documentale su vittime innocenti di mafia pugliesi; la sistematizzazione digitale del materiale di ricerca; interviste e realizzazioni audiovideo; la realizzazione della media-storia; l’archiviazione e messa a disposizione nella Mediateca e la realizzazione di progetti di spreading dedicati.
L’intervento è dunque finalizzato ad aumentare i livelli di integrità, di educazione alla responsabilità sociale nell’azione della Pubblica Amministrazione e delle Agenzie Educative a vario titolo impegnati in attività di antimafia sociale, anche consolidando e disseminando le best practice in esito all’attuazione degli interventi in materia, attuati nel Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 in Puglia.
“La Regione Puglia si è impegnata ad approvare un atto che sottrae le singole storie al ricordo personale, con il rischio che vengano rievocate solo nelle ricorrenze –ha spiegato Angelo Pansini, presidente della Fondazione Fumarulo -, e le trasferisce nell’ambito della memoria, dell’esempio e delle storie da conoscere per trarne ispirazione. La Puglia ha pagato il proprio tributo di oltre 100 vittime innocenti di mafia, le cui storie verranno sistematizzate, pubblicate e messe a disposizione di tutti, in particolare delle giovani generazioni. Inoltre faremo conoscere le storie positive di Comuni, parrocchie e associazioni che ogni giorno combattono le mafie e danno l’esempio.”
Tilde Montinaro, componente del Consiglio direttivo della Fondazione Fumarulo, ha ricordato l’amicizia che la lega alla Regione Puglia e a Stefano Fumarulo, impegnati da sempre nel tramandare il ricordo delle vittime di mafia e nell’insegnare la legalità. Inoltre ha ricordato i nomi di chi ha perso la vita nelle stragi di Capaci e via D’Amelio e dei sopravvissuti: “Il ricordo dei nomi è importantissimo, perché dopo 30 anni quei nomi, quei ragazzi vengono ancora racchiusi in un nome collettivo, ‘quelli della scorta’. Invece pronunciarli restituisce loro dignità e a chi resta storie di vita, sguardi, desideri. E ricordare ci permette di tessere un filo che unisce la storia dei singoli alla storia di tutti. La memoria è un atto di coraggio, non un atteggiamento ma un vera e propria virtù.”
I sindaci di Calimera e Caprarica, terra di Antonio Montinaro, del quale hanno ricordato la figura esemplare, hanno evidenziato come il sacrificio delle vittime della strage di Capaci abbia dato inizio a una nuova epoca, perché insieme al ricordo e alla commemorazione c’è la voglia di reagire, insegnando alle giovani generazioni ciò che è stato e come si possa costruire una società migliore. Insegnare ai ragazzi a vivere responsabilmente proprio grazie ai messaggi dei familiari delle vittime di mafia, che riescono a trasmettere il loro dolore e la loro forza: questo l’impegno dell’Istituto Comprensivo Calimera, Martignano e Caprarica di Lecce, frequentato da Antonio Montinaro, la cui memoria viene trasmessa ai ragazzi che oggi hanno chiesto “pace, gentilezza e rispetto dell’ambiente”.
“Sono oltre 1000 le vittime innocenti di mafia in Italia e oltre 100 in Puglia, ricordiamole e non facciamo finta di non vedere – ha detto Maria Luisa Pantaleo Fumarulo -. E’ doveroso ricordare ogni giorno queste persone osservando ciò che accade intorno a noi e non facendo finta di non vedere. Ragazzi, a voi il compito di far sì che non sia vano il sacrificio di tutte queste vittime. Siete voi la speranza del futuro. La Puglia non dimentica.”
Link video dichiarazione Maria Luisa Pantaleo Fumarulo
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Link video dichiarazione Tilde Montinaro
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Link video dichiarazione Angelo Pansini
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Link video immagini
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Pubblicato il 23 maggio 2022