La Norma di Bellini inaugura il 50° Festival della Valle d’Itria mercoledì 17 luglio a Palazzo Ducale di Martina Franca.

Dirige Fabio Luisi, alla guida dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, con la regia site-specific di Nicola Raab e un cast di voci internazionale.

Dal barocco al Novecento il Festival conferma l’attenzione per il canto lirico con l’allestimento di due rarità, “Ariodante” di Händel e “Aladino e la lampada magica” di Nino Rota. Fino al 6 agosto in calendario anche concerti, incontri, mostre e convegni nei luoghi storici di Martina Franca e nelle masserie del territorio.

 

Si inaugura mercoledì 17 luglio a Palazzo Ducale di Martina Franca (ore 21) con la Norma di Vincenzo Bellini la 50ª edizione del Festival della Valle d’Itria, edizione speciale che festeggia mezzo secolo di rarità musicali, riscoperte e novità. Ventuno giorni ricchi di eventi fino al 6 agosto con tre titoli d’opera – oltre a Norma, le due rarità di Ariodante di Händel e Aladino e la lampada magica di Nino Rota – concerti, incontri, spettacoli di prosa, giornate di studio, una mostra e la proiezione di un documentario inedito sulla storia del Festival, che avranno come cornice alcuni luoghi simbolo di Martina Franca – il Palazzo Ducale, il Teatro Verdi, i chiostri di San Domenico e del Carmine, la Basilica barocca di San Martino –insieme alle vivaci piazza e contrade, nonché le più belle masserie, fra gli uliveti secolari del territorio pugliese.

 

Firmato dal direttore artistico Sebastian F. Schwarz e organizzato dalla Fondazione Paolo Grassi, il Festival si conferma culla della tradizione stilistica del Belcanto ed eccellenza della cultura italiana nel mondo, fra le più antiche manifestazioni estive dedicate all’opera e alla musica vocale, la prima nella storia del Mezzogiorno.

 

LE DICHIARAZIONI DELLA CONFERENZA STAMPA

“Il Festival della Valle d'Itria è un evento di destinazione consolidato – ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Puglia Gianfranco Lopane –. Vanta un prestigio internazionale, che riesce ogni anno a stupire rinnovandosi e valorizzando il nostro patrimonio culturale e artistico. Negli ultimi anni, ha attirato numerosi turisti e visitatori, contribuendo significativamente all'economia locale e alla promozione della Puglia”.

Aldo Patruno, direttore generale del Dipartimento Turismo della Regione Puglia, ha espresso “grande orgoglio per il traguardo dei 50 anni del Festival della Valle d’Itria, una delle istituzioni culturali più rilevanti non soltanto della Puglia ma dell’Italia intera e d’Europa”. “Siamo lietissimi – ha aggiunto – che il cartellone sviluppi non soltanto una proposta di eccezionale qualità ma anche capacità di collaborazione anche con le altre fondazioni culturali pugliesi, in una contaminazione di linguaggi che omaggia la storia di questo straordinario festival”.

“Il Festival è espressione di uno splendido connubio fra il bel canto e la bellezza del nostro territorio – ha detto Carlo Dilonardo assessore alla creatività del Comune di Martina Franca portando i saluti del sindaco Gianfranco Palmisano –. Festeggiamo la 50esima edizione del Festival pensando concretamente al suo futuro e all’esigenza di creare uno spazio adeguato per la musica, un auditorium musicale per il quale come Amministrazione abbiamo individuato un’area. Ringrazio il presidente Michele Punzi e tutta la squadra della Fondazione Paolo Grassi per l’encomiabile lavoro che svolge per festeggiare in grande questo traguardo e per consolidare il legame col territorio anche attraverso iniziative che portano la magia della musica in luoghi inusuali come piazze delle periferie e delle contrade”.

“Nel tagliare il prestigioso traguardo delle 50 edizioni del Festival della Valle d’Itria – ha proseguito Michele Punzi presidente della Fondazione Paolo Grassi – , non ci si può esimere dal tracciare un bilancio dei risultati ottenuti e degli errori commessi, e oggi possiamo guardare con orgoglio a quanto realizzato in questi decenni. Perché quella che era un’idea a suo modo rivoluzionaria, quasi un esperimento sociale, oltre che culturale, si è trasformata in uno dei festival lirici più longevi e conosciuti del nostro Paese”. Così poi Sebastian F. Schwarz direttore artistico del Festival “Da cinquant’anni il Festival rappresenta curiosità e coraggio, grandi emozioni, scoperte di artisti e il ritorno in vita di centinaia di opere andate dimenticate negli anni. Rappresenta la Valle d’Itria, ormai diventato ambasciatore par excellence per la bellezza di questa parte della Puglia, della sua bontà gastronomica e della ricchezza della sua offerta culturale”.

 

L’INAUGURAZIONE

Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, ad inaugurare il Festival il 17 luglio (repliche il 21, 28 luglio e 2 agosto ore 21, la generale del 14 luglio verrà aperta ai giovani under25), è una delle opere più rappresentative del Belcanto, capolavoro di Vincenzo Bellini che debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre 1831. Fu proprio una storica edizione di Norma ad accendere nel 1977 le luci della ribalta internazionale sull’allora giovanissimo festival pugliese, che lo propose al pubblico nella versione originale per due soprani, versione che verrà riproposta anche in quest’occasione con l’edizione a cura di Roger Parker per Ricordi. 

La nuova produzione verrà diretta da Fabio Luisi, direttore musicale del Festival, sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Tra le bacchette più autorevoli del panorama musicale internazionale, Luisi debutta per la prima volta il titolo belliniano, un’opera attraversata da pulsioni contrastanti: ira, odio, amore, impulsi di guerra e di morte. «La forza di quest’opera – racconta il maestro Luisi – non risiede solamente nella trama e nello sviluppo drammaturgico. È il genio di Bellini che ci fa capire questi contrasti non illustrando le parole, ma conferendo loro un’energia e una coerenza che nessuno prima di lui, tranne Mozart, era riuscito a dare in un’opera lirica moderna».

Nicola Raab, dalla consolidata esperienza internazionale in campo lirico, per la prima volta al festival martinese, firma una regia site-specific pensata appositamente per Palazzo Ducale, con le scene e i costumi di Leila Fteita già premio Abbiati 2022 per Il Giocatore alla 48ª edizione del Festival. Una regia “senza tempo”, in cui, spiega la Raab, «Norma è, come molte donne dei nostri giorni, una donna tra due mondi, tra il fuoco dell’altare e quello del focolare domestico, tra pubblico e privato, emozione e ragione. Per questo la storia di Norma ci parlerà per sempre».

Debuttano nei ruoli delle due donne due soprani note nei principali palcoscenici lirici e concertistici quale l’americana Jacquelyn Wagner (Norma) e la rumena Valentina Farcas (Adalgisa); Pollione è il tenore spagnolo Airam Hernandez, Clotilde il mezzosoprano giapponese Saori Sugiyama, Flavio il tenore neozelandese Zachary McCulloch, Oroveso il basso croato Goran Jurić. Il maestro del coro è Marco Medved.

 

 

 

LE ALTRE OPERE: “ARIODANTE” E “ALADINO E LA LAMPADA MAGICA”

Dal barocco al Belcanto fino al Novecento, il Festival ripercorre un arco temporale di oltre due secoli per riaffermare quell’attenzione che da sempre il festival ha nutrito per il canto lirico.

La riscoperta del repertorio barocco, da sempre fiore all’occhiello del Festival, quest’anno verterà su Ariodante (1735) di Georg Friedrich Händel, in occasione dei 550 anni della nascita di Ludovico Ariosto, il cui Orlando furioso è fonte di ispirazione dell’opera handeliana. Il dramma musicale in tre atti verrà proposto nella nuova edizione critica a cura di Bernardo Ticci. Protagonisti, al Teatro Verdi il 22 luglio (repliche il 25 e 29 luglio, ore 21), l’ensemble Modo Antiquo diretto dal suo fondatore Federico Maria Sardelli (al terzo e ultimo anno di residenza artistica al Festival), e alcuni fra i migliori interpreti specializzati in questo repertorio: Cecilia Molinari (Ariodante), Teresa Iervolino (Polinesso), Francesca Lombardi Mazzulli (Ginevra), Biagio Pizzuti (Re di Scozia), Theodora Raftis (Dalinda), Manuel Amati (Lurcanio), Manuel Caputo (Odoardo). Regia, scene e costumi sono del consolidato team artistico Torsten Fischer (regia), Herbert Schäfer (drammaturgia e scenografia) e Vasilis Triantafillopoulos (costumi).

 

Il 27 luglio (repliche il 30 luglio, 1 e 4 agosto, ore 21) a Palazzo Ducale il Festival omaggia Nino Rota con il nuovo allestimento di Aladino e la lampada magica “fiaba lirica” del 1968 del compositore che scelse la Puglia come terra d’adozione, e di cui il Festival ha già allestito nelle edizioni passate Il cappello di paglia di Firenze e Napoli milionariaFrancesco Lanzillotta, fra i più brillanti direttori della sua generazione, apprezzato nei maggiori teatri europei e italiani, dirige l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari. Firma la regia l’argentina Rita Cosentino artista presente nei principali palcoscenici teatrali, scene e costumi di Leila Fteita. Nei ruoli principali il tenore Marco Ciaponi (Aladino), il soprano Claudia Urru (La Principessa Badr-al-Budùr), il basso Marco Filippo Romano (Mago e Re) e il baritono Alexandr Ilvakhin (Il genio dell’anello). A loro si affianca il Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi (direttore Angela Lacarbonara), giovane realtà nata da un progetto che coinvolge le scuole del territorio, occasione per avvicinare i ragazzi al mondo della lirica e al Festival. Di rara esecuzione, l’opera viene proposta nella versione integrale.

 

I CONCERTI E GLI INCONTRI

Il Festival si arricchisce, come di consueto, di un nutrito numero di concerti di musica da camera e liederistica, musica sacra, barocca, sinfonica e incontri con gli artisti, dislocati in alcuni dei luoghi più suggestivi del territorio.

 

L’imponente Basilica di San Martino di Martina Franca, “monumento messaggero di cultura di pace” per l’Unesco, ospita il 26 luglio (ore 21) il Concerto per lo spirito del complesso barocco Modo Antiquo diretto da Federico Maria Sardelli, solista il soprano Valeria La Grotta, con musiche di Vivaldi e dello stesso Sardelli.

 

La Banda dell’Esercito Italiano, diretta da Filippo Cangiamila, sarà protagonista nel concerto a Palazzo Ducale il 31 luglio (ore 21), con trascrizioni per banda di musiche ben note, da Musorgskij a Morricone.

 

Patrimonio Unesco, capolavoro di tutti i tempi, simbolo di fratellanza, unità, pace, gioia, la Nona Sinfonia di Beethoven compie quest’anno 200 anni. Il Festival della Valle d’Itria la propone il 3 agosto (ore 21) a Palazzo Ducale, affidandola all’esecuzione dell’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretti da Riccardo Frizza. Voci soliste Jacquelyn Wagner (soprano), Eleonora Filipponi (mezzosoprano), Ladislav Elgr (tenore), Simon Lim (basso). Il concerto viene introdotto dal giornalista Sandro Cappelletto.

 

Quattro i concerti del Canto degli ulivi in alcune fra le più belle masserie del territorio, esempi splendidi di architettura barocca. Il Leonardo Trulli Resort a Locorotondo (18 luglio, ore 21) e la Masseria Palesi di Martina Franca (31 luglio, ore 21) ospitano le più promettenti voci dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Ancora in località Martina Franca, la Masseria Mangiato (20 luglio, ore 21) accoglie il concerto del mezzosoprano Teresa Iervolino accompagnata al pianoforte da Andrea del Bianco, mentre Villa Cenci a Cisternino (5 agosto, ore 21) il duo formato da Irina Vylegzhanina (violoncello) e Liubov Gromoglasova (pianoforte).

 

Nelle cornici storiche del Chiostro di San Domenico e del Chiostro del Carmine di Martina Franca, tre gli appuntamenti con i Concerti del sorbetto, il 20, 27 luglio e 3 agosto (ore 17): il pubblico avrà l’occasione di ascoltare i giovani e talentuosi interpreti provenienti dell’Accademia “Rodolfo Celletti” e approfondire in ogni concerto un differente repertorio belcantistico – mozartiano, handeliano e rossiniano –, degustando al termine un fresco sorbetto.

 

Finale con il concerto dell’Orchestra della Magna Grecia diretta da Piero Romano a Palazzo Ducale il 6 agosto (ore 21) per il concerto “Madamina, il catalogo è questo” omaggio al Belcanto, e dunque alla storia del Festival della Valle d’Itria, con celebri arie di Mozart, Rossini, Verdi, Bizet e Donizetti affidate alle giovani voci dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”, intervallate dal racconto dell’attore Massimiliano Gallo su testi di Federico Vacalebre.

 

Da non perdere poi gli appuntamenti di Mettiamoci all’Opera, volti a introdurre il pubblico alla programmazione del festival con proiezioni, incontri e interviste agli artisti. Si segnala inoltre la Lezione d’opera del maestro Fabio Luisi il 19 luglio al Chiostro San Domenico (ore 21), che si avvarrà degli allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, accompagnati al pianoforte da Ettore Papadia.

 

LE NINA’S DRAG QUEENS

Il Festival si apre poi alla prosa, irriverente e ironica, delle Drag Queen, figure eclettiche, personaggi multiformi, vere e proprie maschere post-moderne. La compagnia milanese Nina’s Drag Queens arriva a Martina Franca con lo spettacolo Il giardino delle ciliegie, al Teatro Verdi il 24 luglio (ore 21). Il regista Francesco Micheli mette in scena il capolavoro di Cechov, opera teatrale di grande coralità, un affresco femminile vario e affascinante, in una nuova, originale versione, che si avvale delle scene di Clara Storti Selena Zanrosso, dei costumi di Giada Masi e delle luci di Giulia Pastore.

 

IL DOCUMENTARIO

L’utopia della Valle, questo il titolo scelto per il documentario del regista Leo Muscato, di Martina Franca, scritto con Massimo Bernardini Laura Perini, ripercorre la storia di 50 anni di Festival. Prodotto dalla Fondazione Paolo Grassi, il filmato, che verrà proiettato il 23 luglio (ore 21) e in altri momenti del festival, raccoglie le voci storiche della Fondazione, nonché i racconti di cantanti, registi, direttori artistici, giornalisti, scrittori e maestranze che hanno visto crescere e prender forma l’idea di un festival unico nel suo genere, nato grazie alla tenacia e alla passione di figure illuminate – Paolo Grassi, Alessandro Caroli e, su tutti, Franco Punzi, anima instancabile del festival per quasi mezzo secolo, di cui il documentario regala una preziosa e commovente testimonianza.

 

LE GIORNATE DI STUDIO

Durante il Festival verranno approfonditi alcuni argomenti di carattere musicologico, con giornate di studio all’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi che richiameranno studiosi e musicisti a confronto, grazie anche alla collaborazione con Università italiane e Fondazioni. In occasione di Aladino e la lampada magica, il 27 luglio si terrà Il punto su Nino Rota, giornata realizzata per i 30 anni dell’Associazione Docenti Universitari Italiani di Musica, coordinata da Dinko Fabris, mentre il 29 luglio si discuterà di Comicità e musica nel lungo Settecento, approfondendo un repertorio da sempre caro al Festival della Valle d’Itria, cui si devono, di quel secolo, riscoperte e rarità.

 

IN ORBITA. IL FESTIVAL TRA PIAZZE E CONTRADE

Fra le ricorrenze del 2024, i 250 anni della nascita di Gaspare Spontini vengono omaggiati con una versione “pocket”, e per un pubblico più giovane, della Vestale, celebre tragédie-lyrique del compositore marchigiano che girerà nelle contrade di Martina Franca (l’ultimo appuntamento il 13 luglio ore 21) portando la lirica in luoghi meno usuali. Grazie alla rielaborazione musicale di Gianluca Piombo, la regia e drammaturgia di Lorenzo Giossi, l’opera viene proposta in una versione agile dal titolo C’era una volta… Giulia, la Vestale, con tre cantanti (Sabrina SanzaAlexander IlvakhinDavide Zaccherini) e un pianoforte. Lo spettacolo è in coproduzione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.

 

METTIAMOCI ALL’OPERA

Incontri, proiezioni e giornate di studio fra musica, filosofia teatro e cinema. Anche quest’anno la Fondazione Paolo Grassi introduce il pubblico al 50° Festival della Valle d’Itria con il ciclo di incontri “Mettiamoci all’opera”. 13 appuntamenti, a ingresso gratuito, dal 12 giugno fino al 29 luglio dislocati fra l’Auditorium della Fondazione, il Teatro Verdi, il Chiostro delle Agostiniane, il Chiostro di San Domenico e la Piazzetta Stabile di Martina Franca per approfondire le opere e gli autori che segnano l’edizione del cinquantesimo.

 

HOPERAPERTA

Dopo l’esposizione alla Milano Design Week 2024, le Sale nobili di Palazzo Ducale ospiteranno grazie alla nuova partnership fra Fondazione Paolo Grassi e il progetto multidisciplinare HoperAperta, la mostra “Mimesis. Forma Immagine” curata da Patrizia Catalano e Maurizio Barberis. Fino al 20 agosto saranno esposte opere di diversi artisti e architetti italiani e di alcuni laureandi del New York Institute of Tecnology.

 

Il 50° Festival della Valle d’Itria è organizzato da Fondazione Paolo Grassi

 

con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Puglia, Comune di Martina Franca, Puglia Promozione, Provincia di Taranto, Comune di Cisternino

 

in collaborazione con Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, European Festivals Association, Opera Europa, ItaliaFestival, Cidim

 

main partner BCC Locorotondo

 

platinum partner Masseria Torre Maizza - A Rocco Forte Hotel, Eurospin, Tagliatore

 

major partner Itelyum Castiglia, Basile srl, Electronic’s Time, UC Gioielleria, Relmef, Malu, Werent, Marraffa

sponsor tecnico Marangi strumenti musicali

patrocinio Rai Puglia

media partner Rai Cultura, Rai Radio3

 

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Programma su www.festivaldellavalleditria.it

Info: tel. +39 080 4805100, info@festivaldellavalleditria.it

Pubblicato il 12 luglio 2024