Agenda di Genere, obiettivo condiviso della legislatura per ridurre divari e diseguaglianze. Oggi un incontro tra Giunta e consiglieri regionali

Nelle prossime settimane l’Agenda di genere verrà presentata al Governo nazionale

 

 

La Giunta Regionale ha dato il via libera il 3 maggio al documento di proposta dell’Agenda di Genere, (la strategia regionale contro il divario e le disuguaglianze di genere avviata lo scorso 8 marzo), ed in queste settimane si sta svolgendo una consultazione che durerà fino alla prima settimana di giugno, con tutto il partenariato economico e sociale, le Università ed il mondo della ricerca, il terzo settore, le associazioni e le reti delle donne impegnate sul tema della parità di genere.

Il gruppo di lavoro interassessorile, insediato presso la Segreteria generale della Presidenza e coordinato dalla consigliera del Presidente Emiliano, on. Titti De Simone, ha promosso di concerto con la Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, un momento di confronto con i consiglieri e le consigliere, capigruppo e presidenti delle commissioni, per condividere specifiche iniziative legislative e azioni sugli obiettivi strategici dell’Agenda, al fine di raccogliere entro giugno proposte e osservazioni, per giungere alla stesura della Strategia.

Presenti all’incontro di oggi pomeriggio, la Presidente Loredana Capone, i consiglieri regionali del PD Donato Metallo e Debora Ciliento, del Movimento 5 stelle con la capogruppo Grazia Di Bari, Gianfranco Lopane, capogruppo di Con e Antonio Leoci, e gli assessori della Giunta, Annagrazia Maraschio, Rosa Barone e Sebastiano Leo, Magda Terrevoli del Comitato unico di Garanzia della Regione Puglia, oltre al capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi, la consigliera del presidente Titti De Simone, il segretario generale Roberto Venneri, e due dirigenti del gruppo di lavoro, Annamaria Candela e Silvia Visciano.

 

Il Capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi a nome del Presidente Emiliano ha annunciato che l’Agenda di Genere sarà presentata presto al Governo nazionale con una iniziativa pubblica a Roma, già anticipata alle Ministre Gelmini e Carfagna.

“Questo documento è per noi fondamentale ha dichiarato Stefanazzi – e nei prossimi giorni lo porteremo al board dei Direttori di Dipartimento, che lavoreranno adesso al prossimo ciclo di programmazione”.

“Il primo step di elaborazione dell’Agenda di Genere – ha spiegato Titti De Simone - si avvale anche della approvazione contestuale delle Linee guida per la VIG-Valutazione di Impatto di genere da applicare, anche con un approccio ex ante, a tutti i programmi attuativi in cui le strutture regionali saranno impegnate. A tal proposito oggi ringrazio la Presidente Capone per questa condivisione di obiettivi, fra Giunta e Consiglio, sperando davvero che su questi temi si possa costruire una ampia convergenza. Abbiamo condiviso l’importanza di introdurre la VIG anche sull’attività legislativa e di regolamentazione propria dell’assise regionale, condividere specifici percorsi sul piano della comunicazione in sinergia con il Corecom, attivare la rete delle donne elette dei Comuni, affinché l’Agenda di genere sia strumento di orientamento e di integrazione con i progetti degli enti locali. L’Agenda inoltre, completerà dunque, con specifici strumenti legislativi di nuova introduzione, come quello sul divario retributivo annunciato dalla Presidente Capone, e di riorganizzazione della governance degli organismi di parità.”

Gli Assessori Leo, Maraschio e Barone hanno sottolineato che “l’Agenda è una metodologia innovativa sul piano della nuova programmazione, perché lavora su obiettivi trasversali e integrati fra le diverse policy regionali, e al contempo indicherà i gap da superare con riferimento alle diverse fonti di finanziamento disponibili nel nuovo ciclo di programmazione, su accesso all’occupazione, imprese e start-up, (nei prossimi giorni partirà a tal proposito la nuova misura Nidi donna di Sviluppo economico), istruzione e formazione, welfare e salute di genere.

L’Agenda di genere rappresenta un intervento di sistema, articolato e multi disciplinare in grado di affrontare sia l’emergenza in corso, sia di orientare le direttrici dello sviluppo dei prossimi anni, integrandosi in tutti i percorsi di programmazione e attraversando tutte le aree di policy: e così, l’Agenda dovrà connettere le proposte regionali e locali di investimenti a valere sul PNRR, l’intera programmazione a valere sui fondi UE e Stato per il 2021-27 e le programmazioni di settore a valere sui fondi nazionali e regionali.L’attuale dibattito sulle politiche di genere e l’urgenza di intervenire per ridurre il gender gap, si incrociano, oggi più che mai, con le politiche economiche e di sviluppo, quelle del lavoro e della formazione, con la programmazione di tutti gli interventi strutturali indispensabili per sostenere l’occupazione e per impedire che il divario - economico, culturale e sociale – tra Nord e Sud dell’Italia e tra l’Italia e il l’Europa si acuisca. “.

Il documento di 35 pagine, partendo appunto da un corposo lavoro di analisi statistica del contesto regionale, elaborato dall’Ufficio Statistico regionale, definisce la strategia regionale indicando e approfondendone gli obiettivi ed elencando le relative azioni che saranno oggetto di specifiche misure, trasversali e integrate alle diverse aree di policy, per il superamento del divario di genere.

Muovendo dalle strategie internazionali e nazionali sulla parità di genere, l’Agenda si integra con la Strategia regionale di sviluppo sostenibile, approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 687 del 26/04/2021, e individua a sua volta 5 assi prioritari di intervento, declinando ciascuno di essi in obiettivi strategici e obiettivi operativi, da perseguire con l’apporto di tutte le aree di policy regionali e le strutture amministrative cui afferiscono.

I cinque assi prioritari, indicati dall’Agenda di Genere, e a cui si collegano gli obiettivi strategici e operativi da perseguire attraverso le numerose linee di intervento sono i seguenti:

• Asse 1- QUALITÀ DELLA VITA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI

L’Obiettivo strategico è migliorare le condizioni di vita delle donne e promuovere la loro partecipazione attiva attraverso un set di azioni che incidano sul contrasto agli stereotipi, costruzione di un’agenda urbana, la medicina di genere, il potenziamento delle infrastrutture sociali, i trasporti, l’associazionismo, gli organismi consultivi e di rappresentanza.

• Asse 2 - ISTRUZIONE FORMAZIONE E LAVORO

L’obiettivo strategico è l’empowerment femminile nei settori strategici di istruzione-formazione-lavoro agendo sul contrasto alle povertà educative, sugli incentivi per l'accesso al mercato del lavoro, sulla promozione della conciliazione vita lavoro, sulla corresponsabilità del lavoro di cura familiare fra uomini e donne.

• Asse 3 - COMPETITIVITA’, SOSTENIBILITA E INNOVAZIONE

L’obiettivo strategico è favorire la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all'innovazione, sostenendo l’imprenditoria, l’autoimpiego, l’affermazione delle discipline STEM fra le giovani donne, il digitalempowerment, la ricerca e innovazione.

• Asse 4 - PER UN LAVORO DI QUALITA’

L’obiettivo strategico è migliorare le condizioni del lavoro delle donne incidendo sulla precarietà, sul lavoro sommerso, promuovendo maggiore flessibilità lavorativa, sostenendo percorsi di carriera, una costante riqualificazione professionale, agendo sui differenziali salariali, contrastando le molestie sul luogo di lavoro.

• Asse 5 - CONTRASTO ALLE MARGINALITA’ e ALLA VIOLENZA DI GENERE

L’obiettivo strategico è contrastare la violenza maschile sulle donne e la violenza motivata dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere e ogni forma di marginalità e discriminazione intervenendo sulle povertà, rafforzando le misure di sostegno al reddito, di inclusione sociale delle persone immigrate, potenziando la rete dei centri antiviolenza, la formazione nelle scuole, offrendo sostegno economico alle vittime di violenza; contrastando ogni forma di discriminazione di genere e promuovendo importanti azioni di sistema per far crescere la qualità dell’azione delle amministrazioni pubbliche sul territorio regionale.

Ad un anno dall’inizio della pandemia – dice il documento - l’aumento del carico di lavoro e di cura, le diverse forme di lavoro e di studio da casa, unito alla riduzione dei servizi di cura a causa dell’emergenza Covid-19, hanno inciso, in modo significativo sulle strutturali asimmetrie di genere. Tutti gli indicatori ci dicono che gli effetti di questo tsunami - che ha investito l’intero pianeta - ha già determinato, anche in Puglia, ricadute che hanno accentuato diseguaglianze di genere preesistenti, colpendo non solo le donne con occupazioni precarie e temporanee ma anche lavoratrici autonome, in modo grave e diverso dal passato, generando nuove forme di discriminazione. Non si tratta solo di lavoro e reddito. La crisi racchiude in sé tutti gli ingredienti di una miscela esplosiva che potrebbe allargare e consolidare, ancor di più di quanto non lo fossero nella situazione pre-covid, le diseguaglianze.

A fronte di un contesto normativo particolarmente avanzato e di significativi investimenti fin qui sostenuti, la Regione Puglia è tutt’ora caratterizzata da livelli di divario di genere importanti e che investono le donne in tutte le dimensioni: politica, sociale, culturale ed economica, ma anche da una disuguaglianza territoriale che naturalmente acuisce ancora di più la disuguaglianza di genere.

 

Come azione di sistema trasversale a supporto della definizione e dell’attuazione dell’Agenda di Genere, si dà finalmente operatività nelle pratiche di lavoro dei policy maker e dei policy manager regionali all’approccio della Valutazione di Impatto di Genere - VIG - delle politiche pubbliche e delle misure finanziate dagli specifici programmi operativi, e agli strumenti in cui questa si sostanzia, ivi inclusa la istituzione di un “Gender Index” regionale. La Giunta ha approvato infatti con apposita delibera l’adozione delle Linee Guida di questo innovativo strumento.

L’acronimo VIG – Valutazione Impatto di Genere – è la traduzione italiana di quel processo europeo denominato “Gender impact assessment” che si sostanzia in un processo di confronto e valutazione della situazione attuale e della tendenza prevedibile a seguito dell'introduzione della politica/intervento/azione/proposta, effettuato sulla base di criteri rilevanti rispetto al genere. Si tratta, dunque, di un processo – con metodologia codificata UE – che segue l’intero ciclo di vita di un programma e delle politiche di intervento che ne discendono, prende le mosse dalla fase ex ante, qualificando e supportando metodologicamente la stessa programmazione, segue la vita di un programma o di una politica, e produce indicazioni di orientamento alle scelte e di correzione di eventuali effetti distorsivi su uomini e donne per il miglioramento delle misure proposte.

Pubblicato il 26 maggio 2021