NAWAMED: le possibili barriere per l’uso di acque non convenzionali
Interessanti spunti di riflessione sono emersi durante il primo meeting di confronto con gli stakeholder nell’ambito del progetto “Nature Based Solutions for Domestic Water Reuse in Mediterranean Countries” (NAWAMED), in relazione alle principali barriere per l’uso di acque non convenzionali in contesto urbano.
Organizzato in Sicilia, in modalità on-line, il Water Table si è sviluppato in una fase plenaria per introdurre il progetto finanziato dalla call Standard ENI CBC MED 2014-20 ed alcuni temi da discutere; sono seguite sessioni parallele di confronto ed un dibattito congiunto finale sui risultati dell’incontro.
Dopo l’introduzione di Barbara Sarnari (Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile - SVI.MED), che ha descritto il progetto NAWAMED, le finalità dell’incontro e la mancata applicazione dei principi dell’economia circolare in riferimento alla gestione idrica in contesto urbano, sono intervenuti i due ospiti invitati ad approfondire alcune criticità del sistema, insieme agli stakeholder. In particolare Giorgio Azzarello (Commissario Regionale dell'Assemblea Territoriale Idrica ATI Siracusa e direttore per la produzione di acqua dissalata dell’isola di Ustica - Palermo) ha relazionato sugli aspetti normativi sul riuso a livello urbano con un focus sul servizio idrico integrato della Provincia di Siracusa; Francesco Giunta (presidente dell’ordine degli architetti di Siracusa ed in rappresentanza della rete professioni tecniche Siracusa) ha invece presentato gli strumenti, le tecnologie e le norme esistenti che possono risultare dei limiti nella conversione degli edifici, per la rigenerazione urbana, nonché il riuso delle acque domestiche.
I partecipanti, suddivisi in tavoli di confronto separati, hanno successivamente discusso e fornito il loro punto di vista sia sugli aspetti normativi che tecnici. Le principali barriere emerse, in alcuni casi simili sui due tavoli, possono essere sintetizzate di seguito nei seguenti macro temi:
- scarsa percezione e considerazione degli annessi costi ambientali, in riferimento ad una cattiva gestione delle risorse idriche (pubblica e privata);
- elevati consumi di acqua, mancata contabilizzazione e digitalizzazione delle reti;
- sottovalutazione degli effetti dei “cambiamenti climatici”;
- scarsa conoscenza del “riuso idrico” soprattutto a livello urbano/domestico;
- reticenza nel riuso delle acque “reflue” a causa della scarsa conoscenza sul tema
- timori sulla fattibilità economica da parte dei gestori;
- mancanza di una imprenditoria dedicata;
- scarsi finanziamenti e sistemi premianti (non solo economici);
- mancanza di visione e pianificazione a lungo termine;
- poca collaborazione pubblico/privato.
Da una parte, dunque, sono emerse le grandi difficoltà degli organi competenti a dare il giusto valore all’acqua, declinandolo di conseguenza all’interno degli strumenti di pianificazione; dall’altra si è sottolineato la scarsa cultura e comprensione del reale valore di questa risorsa, con il conseguente effetto di non essere rispettata.
“Il fabbisogno minimo stabilito dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti della Regione Siciliana (P.R.G.A.) è pari a 200 l/ab/giorno (litri/abitante/giorno). Un valore molto elevato rispetto ai consumi reali che è mediamente intorno ai 150 e nei centri urbani più avanzati e innovativi d’Europa al di sotto dei 100 l/ab/giorno. Questo alimenta la percezione che vi sia il diritto ad un determinato quantitativo di acqua che va oltre quanto è necessario e soprattutto possiamo permetterci nella realtà” ha dichiarato Giulio Conte, (Iridra Srl, partner di NAWAMED) avviando il dibattito.
La mancata contabilizzazione dei consumi e gli standard insostenibili rispetto alla scarsità idrica, frutto di una insufficiente consapevolezza sugli effetti dei cambiamenti climatici, sono causa e contemporaneamente conseguenza della poca attenzione dedicata alle misure esistenti per il riuso delle acque, oltre che alla mancanza di una pianificazione a lungo termine, rispetto alle infrastrutture."É fondamentale incidere sul piano normativo e lavorare sul piano regolatore per adeguare la rete idrica e incentivare la separazione delle acque nere dalle acque bianche, sistema ancora non diffuso nella maggior parte dei comuni siciliani" ha segnalato Fabrizio Pistolesi (Segretario del Consiglio Nazionale degli Architetti- Commissione per il monitoraggio delle normative edilizie regionali-nazionali).
Gli aspetti economici rappresentano sicuramente un’altra grande barriera all’adeguamento della rete idrica, quindi occorrerebbe incoraggiare lo sviluppo di un sistema di primalità diffusa ed incentivante già prevista all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), documento con cui l’Italia ha delineato la strategia di spesa dei finanziamenti europei “Recovery Fund”.
“Nessuno ricicla, tutti buttano!” - denuncia Sebastiano Floridia (Presidente dell’ordine degli Ingegneri di Siracusa), a sottolineare l’approccio ancora lineare nella gestione delle risorse idriche, che non tiene in conto delle potenzialità di un’economia circolare connessa al tema.
La multidisciplinarietà dei partecipanti è stato un importante valore aggiunto nel tentativo di fotografare la situazione attuale rispetto al riuso delle acque in contesto urbano. Una delle direzioni condivisa trasversalmente è la necessità di far emergere i benefici economici, ambientali e sociali, derivanti dal riuso di acqua in contesto urbano, nel breve, medio e lungo termine sul sistema idrico nel suo complesso, incluso il trattamento finale.
La SVI.MED. onlus, Centro EuroMediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, in qualità di partner del progetto NAWAMED che ha organizzato l’evento in sinergia con il Comune di Ferla (SR) e con il supporto della Rete delle Professioni Tecniche Siracusa ha quindi ricordato i prossimi tre incontri che andranno a chiudere questo ciclo di “Water Table” in autunno. L’idea è immaginare, sulla base di queste barriere, delle possibili misure e soluzioni per il riuso delle acque e delineare una strategia per incentivarne l’uso. “Noi decisori politici, associazioni di categoria, tecnici, abbiamo l’obbligo di accrescere la consapevolezza dei cittadini sul grande valore dell’acqua. La parete verde di Ferla sarà un fatto concreto che darà la dimensione di come una piccola azione determinerà un grande cambiamento” ha concluso Michelangelo Giansiracusa (Sindaco di Ferla (SR) – partner associato progetto NAWAMED).
Scheda informativa sul progetto.
Fonte: Comunicato stampa SVIMED.
Pubblicato il 03 agosto 2021