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Qualità dell'aria - Biomasse PM10

L’inquinamento dell’aria è dovuto a tante e differenti sorgenti: traffico, riscaldamento domestico, centrali termoelettriche e impianti industriali, ma anche attività agricole. Non c’è un solo grande inquinatore ma tante fonti con ruoli diversi.

La legna (biomassa) è molto utilizzata per scaldare le abitazioni. Le principali tipologie di apparecchi sono i caminetti aperti e chiusi, le stufe tradizionali e avanzate, le stufe a pellet e le caldaie.

 L’uso delle biomasse in piccoli apparecchi domestici provoca, come si spiegherà in seguito, un maggiore inquinamento rispetto all’uso di gas e gasolio, generando un rilevante impatto sulla qualità dell’aria, nonché significative conseguenze negative anche sulla salute delle persone (tumori, bronchiti croniche, asma, infezioni polmonari, ecc.)

PERCHÉ LE EMISSIONI DAGLI APPARECCHI A LEGNA SONO COSÌ ELEVATE?

Per gli impianti a legna la questione centrale è la qualità della combustione. Le polveri fini e gli altri inquinanti pericolosi sono generati principalmente in condizioni di combustione irregolare e/o incompleta. Ad esempio, durante la combustione di legna può verificarsi una carenza di ossigeno (aria) o un eccesso di aria che provoca un abbassamento di fiamma. Durante le fasi di combustione incompleta, che risultano frequenti o addirittura prevalenti nell’utilizzo reale degli apparecchi a ciocchi di legna, si producono molte più polveri, ricche di sostanze dannose per la salute. Quando la combustione è regolare si generano, al contrario, soprattutto particelle costituite da sali inorganici, prive di particolari caratteristiche di tossicità. Negli impianti a biomasse di media e grande taglia (ad esempio nelle centrali di teleriscaldamento) il processo di combustione avviene in modo controllato e si utilizzano tecnologie di depurazione dei fumi. A parità di legna bruciata, le emissioni di polveri e inquinanti tossici in questo tipo di impianti sono quindi centinaia di volte inferiori a quelle causate dagli apparecchi domestici.

LE STRATEGIE PER RIDURRE L'INQUINAMENTO DA LEGNA

  1. Scelta della stufa o caldaia a legna: un modo per ridurre le emissioni è quello di utilizzare apparecchi più efficienti.
  2. Gli apparecchi automatici: come bruciare meglio e inquinare di meno. I vantaggi più consistenti nella riduzione degli inquinanti emessi si hanno col passaggio a sistemi a caricamento automatico, ad esempio le stufe a pellet.
  3. L’installazione dell’apparecchio è importante e deve essere effettuata da un installatore abilitato dalla Camera di Commercio, evitando il fai-da-te.
  4. La scelta e lo stoccaggio del combustibile: E' importante bruciare soltanto legna asciutta e stagionata, una legna più umida produce più inquinante e meno energia, è bene spaccare i pezzi con un diametro superiore ai 10 cm, . Una legna con maggiore quantità di resina può causare più incrostazioni nelle stufe e richiedere pulizie più frequenti.
  5. Stufe e camini non sono inceneritori: In tutti gli impianti domestici a legna è assolutamente vietato bruciare materiale diverso dalla legna da ardere.
  6. L’accensione dall’alto:  La legna va disposta collocando in basso i pezzi di maggiori dimensioni e via via quelli di minori dimensioni, avendo comunque cura di non sovraccaricare il focolare. La carica deve essere accesa, dall'alto e non dal basso, ponendo l'accendi-fuoco in un castelletto formato con i pezzetti piccoli. In questo modo la combustione procede più lentamente ed in modo più controllato.
  7. Il corretto caricamento dell’apparecchio. Dopo l’accensione deve essere caricata la giusta quantità di legna (indicata dal costruttore nel libretto dell’impianto), di dimensioni uniformi, aggiungendo nuova legna sopra il letto di braci, non mentre vi è ancora fiamma.
  8. Una buona combustione produce fumi quasi invisibili all’uscita del camino, nessun odore sgradevole, poca fuliggine, cenere fine bianco-grigia, fiamma da blu a rosso chiaro. Una cattiva combustione produce fumo denso e visibile all’uscita del camino, di colori da giallo a grigio, a volte odore sgradevole, cenere scura e pesante, fuliggine, annerimento dello sbocco del camino, fiamma tra il rosso e il rosso scuro. Evitando la cattiva combustione si riducono le emissioni inquinanti, il consumo di legna e il disturbo per i vicini.

La prima regola è quindi quella di intervenire quando il camino emette molto fumo e cercare di limitare il più possibile le emissioni inquinanti e le polveri sottili. Per questo, non vanno assolutamente trascurate la pulizia delle canne fumarie e la manutenzione periodica degli impianti termici, per il cui funzionamento corretto è importante seguire le indicazioni dei costruttori. L’eccessivo spessore della fuliggine che si crea all’interno dei condotti fumari, dovuto anche ad una scarsa pulizia, è uno dei più frequenti motivi di incendio: la fuliggine, infatti, è un ottimo combustibile e, grazie al flusso di aria, può velocemente incendiarsi, facendo fuoriuscire fiamme e faville. Il calore prodotto (che può arrivare anche a 800 – 1.000 °C) può causare crepe nelle pareti della canna e nei muri confinanti. Infine, le polveri che si creano quando la legna brucia male contengono sostanze come gli idrocarburi policiclici aromatici e le diossine, che le rendono più tossiche e pericolose per la salute.

Con DGR n. 943 del 06/07/2023 la Regione Puglia pone limitazioni all’utilizzo di generatori di calore alimentati a biomassa nei Comuni ove insorgano criticità correlate ai livelli di PM 10 e, dunque di polveri sottili, in aria ambiente.

Pubblicato il 19 ottobre 2023