Progetto APPESCA: dall'analisi dei porti a una programmazione strategica della pesca e acquacoltura in Puglia

Un’analisi dettagliata dello stato dei porti pugliesi, fondamentale per la pianificazione di una strategia che preservi e migliori l’ambiente, l’occupazione, le infrastrutture e le risorse della pesca e dell’acquacoltura: è questo, in sintesi, l’obiettivo generale del progetto APPESCA, che la Regione Puglia sta attuando nell’ambito del Fondo Europeo per gli Affari marittimi e la Pesca (PO FEAMP 2014-2020) – Misura 1.26 “Innovazione”. Il progetto, infatti, prevede l’analisi dello stato dei porti pugliesi e dei fabbisogni di adeguamento ed efficientamento per la pesca professionale.

Per raggiungere tale ambizioso obiettivo, 42 i siti portuali pugliesi sottoposti alla lente d’ingrandimento di un’equipe di professionisti ed esperti, coordinati dall'Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio (ASSET). Fondamentale, ai fini dell’attività, la collaborazione da parte di Capitanerie di Porto, Comuni costieri, AGER e ASL territorialmente competenti. Si tratta di un progetto già avviato, il cui stato di avanzamento è stato presentato lo scorso 26 marzo 2021, nel corso del primo dei quattro appuntamenti di disseminazione organizzati dal Dipartimento regionale Agricoltura – Sezione Attuazione dei Programmi Comunitari per l’agricoltura e la pesca.

APPESCA, come è stato sottolineato nel corso del meeting moderato dal Dirigente del Servizio FEAMP, Aldo di Mola, è un progetto multi e interdisciplinare che rappresenta un importante tassello attuativo della prima legge regionale pugliese dedicata alla ‘Pianificazione e sviluppo della pesca e dell'acquacoltura regionale’ (L. R. n. 43 del 2017), una vera e propria ‘costituzione’ per la gestione e salvaguardia del settore.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, ritiene che APPESCA possa essere lo strumento con il quale dare input al necessario processo di riforma dell’intera filiera della pesca, nell’ottica della sostenibilità ambientale, economica e sociale, attraverso un’azione congiunta e coordinata tra più soggetti: istituti di ricerca, università, mondo imprenditoriale e di rappresentanza del settore, in sinergia tra Regione, Comuni, Capitanerie di Porto, Agenzie regionali preposte e i vari Enti interessati.

“Stiamo lavorando per investire e crescere in innovazione - ha commentato la referente regionale Autorità di Gestione del PO FEAMP, Rosa Fiore – indirizzando le risorse europee nella giusta direzione: il programma di lavoro APPESCA ci consentirà di raccogliere informazioni di assoluta novità per la nostra regione, con l’intento di realizzare un approfondimento puntuale dei nostri porti, costruendo un database ricco di informazioni quali-quantitative utile a tracciare un modello di sviluppo sostenibile, innovativo e di successo”.

In effetti APPESCA, attraverso la redazione di un rapporto sullo stato e dei fabbisogni dei porti pugliesi, ha l’obiettivo di pianificare e introdurre interventi che possano incentivare la conservazione e gestione razionale delle risorse biologiche del mare e delle acque interne; ridurre l’utilizzo delle materie plastiche anche in un’ottica di riciclo; migliorare e rafforzare la governance territoriale e dei settori della pesca e dell’acquacoltura; accompagnare le imprese ittiche ad intercettare fondi dei programmi europei di ricerca. E ancora: sviluppare e innovare il settore della pesca, promuovendo la nascita e l’aggregazione delle imprese, sostenere processi che accrescano igiene e qualità dei prodotti, favorire nuove opportunità attraverso l’economia blu.

“APPESCA è un programma di ricognizione georeferenziata e informatizzata di tutto ciò che succede sulla costa pugliese e che riguarda la pesca", ha commentato il direttore di ASSET Raffaele Sannicandro. La collaborazione delle Capitaneria di Porto – Direzione marittima, dei comuni costieri interessati e degli operatori consentirà di mettere a punto una banca dati utile a tutti. “Si tratta di un progetto che, inequivocabilmente, evoca nuove esigenze e nuove progettualità - ha proseguito l’ing. Sannicandro - APPESCA si propone anche come strumento migliorativo della qualità dei servizi, soprattutto in un’ottica di blue economy”.

Il progetto, come approfondito nella relazione tecnica a cura del coordinatore scientifico, prof. Nicolò Carnimeo, si avvale, per il monitoraggio, di personale specializzato, giuristi, biologi e ingegneri, con il contributo del mondo imprenditoriale dei pescatori e delle imprese di pesca. Un approccio, questo, a garanzia della interdisciplinarietà e trasversalità necessarie per ottimizzare i risultati.  Per ciascun sito portuale è prevista la redazione di una specifica scheda informativa che andrà a confluire in un database georeferenziato.

Un ulteriore livello di approfondimento del lavoro in essere sarà rappresentato dall’analisi dello stato dell’economia ittica pugliese, in prospettiva SWOT. Inoltre, sarà dato ampio rilievo all’individuazione degli strumenti di intervento, anche con il richiamo ad alcune best practices, legati alla diversificazione delle attività: non si esclude che dal progetto possano scaturire piani di fattibilità e ulteriori filoni di ricerca sul campo.

Le normative europee e nazionali hanno fortemente intaccato la produttività riducendo lo sforzo di pesca. Anche per questo motivo la Direzione Marittima di Puglia e Basilicata Ionica ha accolto con un certo interesse il progetto APPESCA. Il Comandante Alessandro Ducci, a tal proposito, ha dichiarato che sicuramente sono molteplici le criticità infrastrutturali e i fabbisogni dei nostri porti, al punto da imporre la necessità di dialogo con gli stakeholder coinvolti. La pesca oggi è relegata, purtroppo, a poche banchine e servizi. Si nota una certa predilezione per i siti turistici. Eppure, nel contesto dell’economia blu, la pesca rappresenta un valore aggiunto. Per tale ragione è implicito che il pescatore, al suo rientro in porto, debba trovare servizi adeguati. APPESCA può rappresentare un ottimo supporto per raccogliere bisogni e necessità, così da individuare, ad esempio, dove andare a creare ormeggi sicuri, dove posizionare colonnine di approvvigionamento, box per gli attrezzi, cassette per il trasposto biodegradabili e, soprattutto, tracciabili. Inoltre, il progetto, come sottolineato dal coordinatore scientifico, contempla un ulteriore output: la realizzazione di isole ecologiche e punti di raccolta dei rifiuti.

A tal proposito risulta significativo l’intervento del Direttore Generale di AGER, avv. Grandaliano: “Abbiamo bisogno di attuare il principio dell’economia circolare anche per le attività di pesca. I pescatori possono avere una funzione sociale: sono operatori ecologici del mare al servizio della collettività. Possiamo avviare percorsi virtuosi con i pescatori per riciclare cassette e le reti da pesca, anche per attuare tale principio di circolarità. Questo progetto ci consente di avviare percorsi e sinergie”.

È evidente quanto una progettualità di questo tipo possa costituire un reale arricchimento, sia per il settore, che per l’intero territorio. Di questo e molto altro si parlerà nel corso del secondo meeting, di imminente programmazione.

Pubblicato il 01 aprile 2021