IRPET. La spending review formato PNRR

LIRPET (Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana) pubblica una nota di lavoro da l titolo "La spending review formato PNRR".

"Ritorna la spending review e ancora una volta le regole previste dal centro sembrano dialogare poco con le amministrazioni a cui sono dirette. A valle di 175 miliardi di spesa per il super bonus e di 123 miliardi di debito per il PNRR e in vista dell’introduzione delle regole fiscali europee, i margini di manovra residui per le politiche di bilancio del paese sono comunque minimi e difficili da recuperare. La Legge di bilancio per il 2024 (commi 533-535) chiede, così, alle amministrazioni locali un contributo alla finanza pubblica pari a 200 milioni annui per i Comuni e a 50 milioni annui per le Province, a valere per il quinquennio 2024-2028, per le regioni a statuto ordinario e le isole. Il taglio incide per lo 0,5% della spesa corrente netta e dovrà essere commisurata a due componenti: in primo luogo alla stessa spesa corrente (al netto della Missione 12, cioè la Spesa sociale), e in secondo luogo dovrà “tener conto” delle risorse PNRR assegnate al 31.12.2023. Ciascun comune dovrà, dunque, contribuire riducendo (o razionalizzando?) la spesa corrente – complessiva, infatti i tagli riguarderanno anche i servizi sociali – in proporzione ai livelli pregressi, ovvero senza nessun disegno di riorganizzazione che assicuri la sostenibilità dei tagli ai fini di mantenimento del livello dei servizi. Dall’altra parte, a determinare le minori risorse contribuisce il PNRR, notoriamente costituito da investimenti e nuove infrastrutture, nidi, scuole, tutela del territorio, digitalizzazione, energia rinnovabile, in ogni caso risorse mirate al riequilibrio nell’offerta dei servizi a vantaggio delle aree più sfavorite del paese e dei comuni più in difficoltà. Mentre il PNRR è nel pieno della sua attuazione, con le non poche contraddizioni del processo in corso (tra le altre, la lunga incertezza della sua rimodulazione) e le difficoltà che le amministrazioni si sono trovate a fronteggiare (dall’inflazione, alle gare deserte, alla carenza di competenze tecniche), si dà così risposta alle principali preoccupazioni delle amministrazioni nell’aderire al progetto europeo: preoccupazioni che riguardano la crescente carenza nella dotazione di personale, da un lato, e più in generale la disponibilità di risorse per la gestione dell’offerta aggiuntiva di servizi. Su questo fronte, emblematico è il caso degli asili nido, con le iniziali reticenze dei comuni a partecipare ai bandi e con la successiva previsione di specifici importi per l’avvio della fase di gestione del servizio e con la sua soppressione su richiesta dell’Europa, in sede di rimodulazione. Su entrambi questi temi – il rafforzamento delle strutture tecniche e le risorse per la gestione dei servizi – dopo tante rassicurazioni, alla resa dei conti viene fatta marcia indietro. E lo sforzo maggiore nell’affrontare la domanda dei propri cittadini, ricadrà proprio sui comuni che il PNRR voleva originariamente sostenere".

Per approfondimenti si può consultare la fonte.


 

Pubblicato il 23 luglio 2024