CREA. L’impiego dei lavoratori stranieri nell'agricoltura in Italia
Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) pubblica il rapporto "L’impiego dei lavoratori stranieri nell'agricoltura in Italia", analizzando le dinamiche principali che caratterizzano questo fenomeno nel periodo 2000-2021. I dati provengono dall'indagine annuale realizzata dal Centro di ricerca Politiche e Bio-economia, nato nel 2015 con l’ingresso nel Crea dell’Istituto nazionale di economia agraria (Inea), ed è integrata da informazioni di tipo statistico e amministrativo (Istat e Inps). Per gli approfondimenti si può consultare la fonte.
L’indagine 2020. Puglia
"Attraverso una indagine tramite interviste a testimoni privilegiati, è emerso che nel periodo 2015-2020 sono avvenuti alcuni cambiamenti di natura sia quantitativa che qualitativa nel fenomeno osservato. Pur evidenziandosi ancora sacche di irregolarità e casi di caporalato, i rapporti di lavoro appaiono orientati ad una maggiore aderenza alle norme. Ciò, sulla base delle informazioni raccolte, è conseguenza di una maggiore consapevolezza dei lavoratori rispetto ai propri diritti e della relativa capacità e volontà di chiederne il rispetto, anche con l’ausilio delle rappresentanze sindacali.
Inoltre, sia pure con intensità diversificate tra le province, un ruolo positivo è da attribuirsi all'applicazione della L. 199/2016 per il contrasto del caporalato, che ha esplicitato una azione dissuasiva e di controllo efficace ma migliorabile. Risulta che siano complessivamente migliorate o stiano migliorando, soprattutto per i lavoratori extracomunitari, le condizioni di vita attraverso la creazione, con il supporto delle istituzioni locali, di centri di accoglienza in prossimità dei luoghi di raccolta dell’ortofrutta.
Negli areali storicamente caratterizzati da una contenuta presenza di immigrati e a maggiori possibilità lavorative è stata segnalata la tendenza al radicamento soprattutto di cittadini Europei, passati dal ruolo di lavoratori a quello di imprenditori con la coltivazione di piccoli appezzamenti anche per colture di qualità quale l’uva da tavola. Dal punto di vista quantitativo, è stata evidenziata una tendenza alla diminuzione del ricorso alla manodopera per la raccolta del pomodoro da industria nel foggiano determinata dalla diffusione sempre maggiore della raccolta meccanizzata. Egualmente vi è un decremento degli occupati stranieri impiegati nella raccolta dell’anguria nel Salento a causa di una contrazione delle superfici dedicate alla coltura.
Negli altri areali della regione, numericamente meno significativi, vi è una stazionarietà degli occupati stranieri."
"Attraverso una indagine tramite interviste a testimoni privilegiati, è emerso che nel periodo 2015-2020 sono avvenuti alcuni cambiamenti di natura sia quantitativa che qualitativa nel fenomeno osservato. Pur evidenziandosi ancora sacche di irregolarità e casi di caporalato, i rapporti di lavoro appaiono orientati ad una maggiore aderenza alle norme. Ciò, sulla base delle informazioni raccolte, è conseguenza di una maggiore consapevolezza dei lavoratori rispetto ai propri diritti e della relativa capacità e volontà di chiederne il rispetto, anche con l’ausilio delle rappresentanze sindacali.
Inoltre, sia pure con intensità diversificate tra le province, un ruolo positivo è da attribuirsi all'applicazione della L. 199/2016 per il contrasto del caporalato, che ha esplicitato una azione dissuasiva e di controllo efficace ma migliorabile. Risulta che siano complessivamente migliorate o stiano migliorando, soprattutto per i lavoratori extracomunitari, le condizioni di vita attraverso la creazione, con il supporto delle istituzioni locali, di centri di accoglienza in prossimità dei luoghi di raccolta dell’ortofrutta.
Negli areali storicamente caratterizzati da una contenuta presenza di immigrati e a maggiori possibilità lavorative è stata segnalata la tendenza al radicamento soprattutto di cittadini Europei, passati dal ruolo di lavoratori a quello di imprenditori con la coltivazione di piccoli appezzamenti anche per colture di qualità quale l’uva da tavola. Dal punto di vista quantitativo, è stata evidenziata una tendenza alla diminuzione del ricorso alla manodopera per la raccolta del pomodoro da industria nel foggiano determinata dalla diffusione sempre maggiore della raccolta meccanizzata. Egualmente vi è un decremento degli occupati stranieri impiegati nella raccolta dell’anguria nel Salento a causa di una contrazione delle superfici dedicate alla coltura.
Negli altri areali della regione, numericamente meno significativi, vi è una stazionarietà degli occupati stranieri."
Pubblicato il 17 gennaio 2022