Banca d'Italia. L'economia della Puglia. Rapporto Annuale 2022
La Banca d'Italia pubblica il rapporto annuale sull'economia della Puglia, all'interno della serie "Economie regionali" che ha lo scopo di presentare studi e documentazione sugli aspetti territoriali dell'economia italiana, riferito a dati riferiti prevalentemente all'anno 2021. La serie comprende i rapporti annuali e gli aggiornamenti congiunturali. Per gli approfondimenti si può consultare la fonte.
Le imprese - Nel 2021 l'attività industriale ha recuperato gran parte del calo registrato nel 2020. Secondo l'indagine della Banca d'Italia, le vendite e gli investimenti sono risultati in crescita. Le previsioni delle imprese sul 2022 sono tuttavia improntate al pessimismo a causa degli effetti negativi che potranno derivare dal forte aumento dei costi degli input produttivi. Il valore aggiunto del settore delle costruzioni ha superato il livello precedente la pandemia, beneficiando del deciso incremento della domanda di abitazioni e di lavori di ristrutturazione, nonché dell'aumento della spesa per investimenti in opere pubbliche delle Amministrazioni locali. L'attività nei servizi, che più di tutte aveva risentito degli effetti negativi causati dai provvedimenti limitativi della mobilità, ha realizzato un recupero meno intenso rispetto ai precedenti settori. L'agricoltura, che continua a subire gli effetti negativi della diffusione della Xylella nelle province meridionali della regione, ha registrato una lieve crescita del valore aggiunto. Le vendite all'estero sono tornate ad aumentare in tutti i principali comparti, ad eccezione della componentistica dei mezzi di trasporto, dell'aerospaziale e del farmaceutico. Nel 2021 l'aumento delle vendite ha sostenuto la redditività delle imprese. La ripresa ha determinato un incremento del fabbisogno finanziario per il sostegno di investimenti e capitale circolante; tuttavia, a causa dell'abbondante liquidità, accumulata soprattutto nell'ultimo biennio, e della graduale riduzione delle misure di sostegno pubblico al credito bancario, i prestiti al settore produttivo hanno rallentato.
Mercato del lavoro e famiglie - La ripresa economica ha determinato nel 2021 un miglioramento degli indicatori del mercato del lavoro. L'occupazione ha recuperato i due terzi della perdita del 2020, grazie alla intensa crescita delle assunzioni nette a tempo indeterminato e determinato, proseguita nei primi mesi del 2022. Il flusso dei licenziamenti è rimasto invece sui bassi livelli del 2020, nonostante il progressivo esaurimento in corso d'anno dei provvedimenti di blocco. Il positivo andamento dell'occupazione nel 2021 ha favorito un aumento dell'offerta di lavoro, soprattutto femminile. In Puglia la partecipazione al mercato del lavoro delle donne continua a essere molto inferiore a quella degli uomini, risentendo in particolare dei maggiori carichi lavorativi connessi con la cura della famiglia, soprattutto in presenza di figli piccoli. Il potenziamento dell'offerta di posti negli asili nido, che in Puglia risulta inferiore alla media nazionale, rappresenta uno strumento imprescindibile per agevolare la conciliazione tra impegni familiari e lavorativi. La crescita dell'occupazione ha contribuito all'aumento del reddito delle famiglie, che è tornato sui livelli del 2019. In presenza di un livello elevato e in crescita degli indici di povertà nel Mezzogiorno, resta alta in Puglia la quota di famiglie beneficiarie di Reddito e Pensione di Cittadinanza. Nel 2021 i prestiti alle famiglie sono cresciuti più intensamente rispetto al 2020. Le nuove erogazioni di mutui sono state sostenute dalla forte ripresa delle compravendite nel mercato immobiliare; il credito al consumo ha beneficiato della ripartenza dei consumi.
Il mercato del credito - I prestiti sono aumentati a ritmi analoghi a quelli del 2020 in presenza di condizioni di offerta distese. La qualità del credito ha registrato un ulteriore lieve miglioramento, beneficiando soprattutto degli effetti della ripresa economica. Nel 2021 è tuttavia aumentata la rischiosità dei crediti oggetto di moratoria nello scorso biennio. L'aumento del ricorso, da parte di imprese e famiglie, alle disponibilità liquide per soddisfare il fabbisogno finanziario connesso con la ripresa del ciclo economico e dei consumi ha determinato una decelerazione dei depositi.
La finanza pubblica decentrata - Nel 2021 la spesa e le entrate complessive degli enti territoriali pugliesi sono lievemente diminuite rispetto all'anno precedente, restando tuttavia superiori a quelle del 2019. Il calo della spesa ha riguardato la componente in conto capitale, in particolare quella dei contributi alle imprese, cresciuta intensamente nel 2020 per fronteggiare gli effetti della crisi causata dalla pandemia. La componente in conto corrente è invece aumentata, per effetto della crescita della spesa sanitaria per il personale e per l'acquisto di beni e servizi. La spesa per investimenti, in aumento nel 2021, dovrebbe beneficiare nei prossimi anni delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR); quelle assegnate alle Amministrazioni locali pugliesi, che rappresentano solo una parte di quelle complessivamente assegnate al territorio regionale, risultavano a maggio pari al 9 per cento del totale nazionale. Oltre la metà di tali fondi relativi ai bandi di recente conclusi è destinata alla riqualificazione urbana, al trasporto ferroviario e a quello urbano; ulteriori risorse sono state messe a bando per rafforzare l'edilizia scolastica e i servizi sociali. A livello territoriale gli effetti del PNRR dipenderanno molto anche dalla capacità delle Amministrazioni locali di contenere i tempi di progettazione e realizzazione delle opere, che in regione sono nettamente superiori alla media nazionale. Le risorse del PNRR verranno utilizzate in complementarietà con quelle delle politiche di coesione.
Il cambiamento climatico e la transizione energetica - La lotta al cambiamento climatico e la transizione energetica rappresentano obiettivi improcrastinabili a sostegno dello sviluppo e del benessere socio-economico. La transizione verso un sistema energetico meno dipendente dai combustibili fossili risulta oggi ancora più rilevante alla luce dei forti rincari di tali materie prime. La Puglia presenta un livello di consumi di energia generata da fonti fossili più elevato della media nazionale, riconducibile alla presenza di impianti industriali particolarmente energivori. Negli ultimi anni tali consumi si sono tuttavia ridotti, per effetto del calo del peso dell'industria nell'economia, della maggiore efficienza energetica e della crescita dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili, in particolare eolica e solare; alla riduzione ha contribuito anche il sistema di scambio delle quote di emissione della UE, che ha determinato un aumento dei costi sostenuti dalle imprese commisurato alle loro emissioni di anidride carbonica.
Pubblicato il 15 giugno 2022