Gender budgeting

Divenuto obbligatorio con la Legge n. 15 del 2014, il bilancio di genere era già stato introdotto in Puglia nel lontano 2007 dalla Legge Regionale per le pari opportunità n. 7 del 21/03/2007 "Norme per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro in Puglia".

Le politiche non sono neutre e per raggiungere gli obiettivi di parità prefissati occorre monitorare la spesa e valutare i risultati raggiunti in considerazione delle differenze esistenti tra uomini e donne sia in termini di esigenze, condizioni, percorsi, opportunità di vita, di lavoro e di partecipazione ai processi decisionali. Il bilancio consegna in maniera sintetica ma fondamentale se scelte operate vanno proprio in tale direzione e offrono pari opportunità fra uomini e donne.

Adottare il bilancio di genere significa anche predisporre un set di indicatori diversi, approfonditi che permettano di raccogliere prima ed elaborare poi i dati secondo i due obiettivi, introducendo quindi modalità nuove di raccolta. 

l budget di genere ha un impatto fondamentale sulla crescita inclusiva ed economica, perché è elemento essenziale per incidere sulla promozione dell’occupazione, sulla riduzione della povertà e sull’incremento del PIL.

 

Il Bilancio Sociale e di Genere relativo all’anno 2020 si pone di fatto in continuità con il documento del 2018 e in forte integrazione con i documenti di programmazione, gestione e controllo nonché con il ciclo della performance.

Approvato dalla Giunta La Giunta regionale il Bilancio sociale e di genere della Regione Puglia relativo all'annualità 2018.

Il Bilancio sociale e di genere è uno strumento utile per comunicare in maniera trasparente e comprensibile valori, progetti, programmi, investimenti attuati e gli effetti generati alla luce degli indicatori BES (Benessere Equo Sostenibile) e dell’Agenda ONU 2030 sulla popolazione regionale.

Il documento si articola in 5 macrosezioni per rendere più facile al cittadino la sua comprensione:

una parte introduttiva dove si spiega il metodo di redazione del Bilancio alla luce degli indicatori economico-sociali e gli obiettivi stabiliti dai Global Goals Onu 2030;
una sezione dedicata all’analisi di contesto e ai valori, strategie e visioni stabilite dalla sezione regionale di riferimento;
una sezione di rendicontazione economica su spese regionali per le politiche di pari opportunità e la distribuzione attesa sul valore aggiunto delle politiche attivate;
una sezione finale dedicata al rapporto sulla relazione sociale e di genere con le macroaree del Programma di governo regionale e un focus sugli interventi in tema di pari opportunità.
La sua redazione, resa obbligatoria dalla Legge n. 15 del 2014 e dal regolamento n. 1 del 2019, ha permesso al Governo regionale di verificare l’andamento delle politiche di genere attivate. Il Bilancio infatti si inserisce in uno scenario in cui la Regione Puglia, secondo quanto previsto dalla legge regionale 7/2007 “Norme per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro in Puglia”, pone come obiettivi primari la perequazione economica e sociale, la trasparenza delle attività economico-sociali, la riduzione delle disuguaglianze e la promozione di politiche di parità di genere per produrre effetti positivi circolari su ogni membro della comunità.
Il documento, infatti, rappresenta il primo passo della strada intrapresa dalla Regione verso la sensibilizzazione sui temi della parità di genere e della valorizzazione delle differenze intese come valore identitario della comunità.

L’allestimento di banche dati e statistiche gender-sensitive, la disponibilità di nuovi indicatori e la formazione di un gruppo di lavoro dedicato alle politiche di genere, porteranno ad implementare il contenuto del Bilancio conducendo al miglioramento delle politiche e delle azioni future dell’Amministrazione regionale.
 

La prima sperimentazione risale agli anni 2010-2013 proprio con l'intento di fare il consuntivo delle politiche di genere nell’ottica del  “mainstreaming” e di azioni positive, azioni fra loro strettamente interrelate e di verificare l’impatto delle politiche attuate su donne e uomini.

La sua redazione richiede la riclassificazione delle spese secondo la rilevanza di genere, cioè una ricognizione delle attività svolte nella determinata annualità e, sulla base di criteri condivisi, le si raggruppa nelle categorie:

  • azioni dirette alle donne (quali ad es. misure per l'imprenditoria femminile, centri anti-violenza, etc.);
  • azioni che possono contribuire ad un contesto più attento alle problematiche di genere (quali le misure a favore della conciliazione vita-lavoro, la riorganizzazione dei servizi per l'impiego secondo determinati criteri, etc.)
  • azioni neutre, cioè che non influiscono sulle differenze di genere (quali le grandi infrastrutture: porti, energia, etc.).

A queste categorie si associano i valori economici, desunti dai documenti contabili.

 

Per la prima sperimentazione sono state considerate 2 Aree dell'Amministrazione regionale: 

 

Area 2 - Politiche per lo sviluppo economico, lavoro e innovazione

Per l'Area 2 sono stati oggetto di analisi solo i Servizi: Ricerca e Competitività, Formazione Professionale, Politiche per il Lavoro, Politiche Giovanili e Cittadinanza Sociale. Consulta il documento completo.

Area 5 - Politiche per la promozione della salute delle persone e delle pari opportunità

Per l'Are 5 sono stati oggetto di analisi i Servizi: Politiche di Benessere Sociale e Pari Opportunità, Programmazione Sociale ed Integrazione Socio-Sanitaria, Sport per tutti, Programmazione e Gestione Sanitaria (in seguito ridenominato Accreditamento e Programmazione Sanitaria), Assistenza Ospedaliera e Specialistica, Assistenza territoriale e prevenzione. Consulta il documento completo.

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Metodologia

La metodologia utilizzata nella prima sperimentazione condotta nella Regione Puglia è stata quella di suddividere la categoria centrale (non comprendente né le spese su interventi diretti, né quelli neutri rispetto alle pari opportunità) in due classi:

  • spese indirettamente rilevanti per le donne e le pari opportunità che comprendono tutte quelle collegate ad interventi rivolti alle persone, per i quali sia preso/si possa prendere in conto la specificità femminile e di pari opportunità, organizzati tenendo conto della dimensione di genere per presenza nel settore economico, tempi di vita, carichi di cura, etc.
  • spese rilevanti per il contesto economico e sociale, all'interno del quale la parità e l'equità di genere trovano un humus favorevole (enabling environment). Consulta il documento completo.